Radiofrequenza

immagine astratta: impulsi di onde elettromagnetiche agiscono sui nervi per modulare o interrompere il segnale del dolore

Il dolore cronico può diventare un ostacolo importante nella vita di tutti i giorni, limitando movimenti, sonno e serenità. La radiofrequenza è una tecnica mininvasiva che nasce proprio per offrire un sollievo concreto a chi non trova beneficio sufficiente con farmaci, fisioterapia o infiltrazioni.
Si tratta di un trattamento rapido e sicuro, eseguito in anestesia locale, che agisce in modo mirato sui nervi responsabili del dolore. L’obiettivo non è solo ridurre la sofferenza, ma permettere al paziente di recuperare autonomia, energia e qualità di vita, con un ritorno alle attività quotidiane in tempi brevi.

Cos’è e a cosa serve

La radiofrequenza è una procedura medica mini-invasiva che utilizza impulsi di onde elettromagnetiche per modulare o interrompere la trasmissione del dolore lungo i nervi.
Viene impiegata nei casi di dolore cronico localizzato e resistente alle terapie conservative, con lo scopo di ridurre la sofferenza, migliorare la qualità di vita e favorire il recupero funzionale senza ricorrere subito alla chirurgia.
È indicata anche nel trattamento del dolore sacro-iliaco, spesso legato a sacroileite

, una condizione infiammatoria dell’articolazione che unisce bacino e colonna vertebrale.

Patologie per cui si utilizza

La radiofrequenza viene proposta in caso di:

  • Dolore lombare e cervicale cronico (artrosi vertebrale, ernie operate)
  • Nevralgia del trigemino o altri dolori neuropatici resistenti ai farmaci
  • Dolori articolari (anche, ginocchio, spalla)
  • Dolore post-chirurgico persistente o sindromi dolorose croniche

Benefici principali

  • Riduzione significativa del dolore
  • Miglioramento della mobilità e della qualità di vita
  • Diminuzione del consumo di farmaci antidolorifici
  • Procedura mirata, che agisce sul nervo responsabile del dolore

Quando viene consigliata

In quali situazioni il medico la propone

  • Quando terapie conservative (farmaci, fisioterapia, infiltrazioni) non bastano
  • Se il dolore è cronico, localizzato e ben identificabile
  • In pazienti che non possono assumere farmaci a lungo termine

Casi in cui non si può fare

  • Pazienti con infezioni nella zona di trattamento
  • Disturbi della coagulazione non controllati
  • Portatori di pacemaker o defibrillatori (in alcuni casi)
  • Gravidanza

Come si svolge la procedura

Preparazione del paziente

  • Valutazione clinica e radiologica preliminare
  • Sospensione temporanea di alcuni farmaci (ad esempio anticoagulanti, se indicato dal medico)
  • Digiuno leggero alcune ore prima

Come avviene passo-passo

  1. Il paziente si sdraia sul lettino in sala sterile
  2. Viene somministrata anestesia locale (a volte leggera sedazione)
  3. Lo specialista inserisce un ago sottile guidato da radiologia o ecografia
  4. Si erogano impulsi di radiofrequenza che “modulano” o “interrompono” la trasmissione del dolore
  5. Dopo pochi minuti, il paziente può alzarsi e tornare a casa in giornata

Benefici e risultati attesi

Tempi di recupero

  • Ripresa delle normali attività in 24-48 ore
  • Possibile lieve indolenzimento nella zona trattata per pochi giorni

Percentuale di miglioramento attesa

  • Nei casi corretti, fino al 70-80% dei pazienti riferisce riduzione del dolore significativa
  • I benefici possono durare da alcuni mesi a oltre un anno, a seconda della patologia

Rischi e possibili effetti collaterali

La radiofrequenza è sicura, ma come ogni procedura può avere effetti collaterali:

  • Dolore o bruciore locale temporaneo
  • Piccoli ematomi nel punto di ingresso dell’ago
  • Raramente, debolezza o alterazioni della sensibilità nella zona trattata (quasi sempre reversibili)
  • Complicanze gravi sono eccezionali

Come prepararsi e cosa aspettarsi dopo

  • Seguire le indicazioni del medico su farmaci e digiuno
  • Dopo la procedura: riposo per il giorno stesso, poi ripresa graduale delle attività
  • Evitare sforzi intensi nelle prime 48 ore
  • Controllo clinico a distanza di alcune settimane

Alternative disponibili

  • Farmaci antidolorifici e infiltrazioni
  • Fisioterapia e riabilitazione
  • Chirurgia (nei casi più gravi)
  • Stimolazione elettrica midollare (nei dolori neuropatici complessi)
Caso clinico
Caso clinico

FAQ

1. La radiofrequenza fa male durante la procedura?

In genere no. La procedura viene eseguita in anestesia locale, quindi la zona interessata viene “addormentata” prima dell’inserimento dell’ago. In alcuni casi si utilizza anche una leggera sedazione per ridurre l’ansia e garantire maggiore comfort. Il paziente può avvertire una sensazione di calore o una lieve scossa elettrica, che serve al medico per localizzare con precisione il nervo da trattare. Queste sensazioni sono di breve durata e ben tollerate. Dopo l’intervento, può comparire un modesto indolenzimento nella zona, che tende a scomparire spontaneamente in pochi giorni.

2. Quanto dura l'effetto?

La durata del beneficio varia da persona a persona e dipende dalla patologia trattata, dall’età e dalle condizioni generali del paziente. In media, l’effetto della radiofrequenza si mantiene dai 6 mesi ai 2 anni. In alcuni casi il dolore può scomparire quasi del tutto, mentre in altri si riduce in modo significativo ma non completamente. Se il dolore ricompare, la procedura può essere ripetuta. È importante sottolineare che la radiofrequenza non “guarisce” la causa della malattia, ma controlla il sintomo dolore, migliorando la qualità di vita e permettendo al paziente di riprendere le attività quotidiane con maggiore autonomia.

3. Si può ripetere se il dolore ritorna?

Sì. La radiofrequenza è una procedura che può essere ripetuta più volte in sicurezza, qualora il dolore si ripresenti. Spesso, al secondo trattamento, i tempi di beneficio si allungano, grazie anche all’associazione con fisioterapia o con uno stile di vita più attivo, reso possibile dalla riduzione del dolore. Prima di ripeterla, lo specialista rivaluta sempre la situazione clinica, verificando se ci sono nuove condizioni che potrebbero richiedere trattamenti diversi o integrativi.

4. Posso tornare subito a lavorare?

Il ritorno al lavoro dipende dal tipo di attività svolta. Per chi svolge un lavoro sedentario (ufficio, insegnamento, attività leggere) in genere è possibile riprendere già entro 24-48 ore. Per chi invece ha un lavoro fisicamente impegnativo (ad esempio sollevamento pesi, edilizia, assistenza a persone non autosufficienti) può essere consigliato attendere qualche giorno in più, per ridurre il rischio di sovraccaricare la zona trattata. In ogni caso, il medico fornisce indicazioni personalizzate al termine della procedura.
È importante ascoltare i segnali del proprio corpo e non forzare i tempi di recupero.

5. È meglio della chirurgia?

La radiofrequenza non sostituisce la chirurgia, ma rappresenta un’alternativa valida in molte situazioni. Viene proposta soprattutto quando il dolore è legato a una sofferenza nervosa o articolare che non richiede necessariamente un intervento chirurgico “strutturale”.
Nei casi di dolore cronico senza deficit neurologici gravi, può evitare o rimandare l’intervento, migliorando la qualità di vita con un approccio mininvasivo.
La chirurgia rimane invece necessaria quando vi sono compressioni nervose importanti (come in alcune ernie del disco con perdita di forza) o deformazioni articolari gravi.
In sintesi, la radiofrequenza è spesso un “ponte terapeutico” che permette di guadagnare tempo, ridurre il dolore e valutare con serenità eventuali interventi futuri.
La radiofrequenza rappresenta oggi una delle soluzioni più efficaci e sicure per il trattamento del dolore cronico, soprattutto quando altre terapie non hanno dato risultati soddisfacenti.
Le più recenti linee guida ASPN 2024 hanno confermato l’efficacia della radiofrequenza nel dolore sacro-iliaco cronico, quando farmaci, fisioterapia e infiltrazioni non bastano più.
È una procedura mirata, rapida e con rischi minimi, che permette a molti pazienti di ritrovare autonomia e serenità nella vita quotidiana.
Parlarne con lo specialista è il primo passo per capire se questa tecnica può essere la scelta giusta per il proprio caso.
Anche se la radiofrequenza offre un valido sollievo, la prevenzione del dolore cronico passa soprattutto da uno stile di vita sano: mantenere il peso corporeo adeguato, praticare regolare attività fisica adatta alle proprie condizioni e prendersi cura della postura sono strategie fondamentali per proteggere la colonna vertebrale, le articolazioni e il sistema nervoso nel tempo.

6. Radiofrequenza “pulsata” e “termolesione”: che differenza c’è?

  • Pulsata (PRF): eroga energia a bassa temperatura (≈42 °C) modulando l’attività nervosa senza necrosi termica; spesso usata nei dolori neuropatici.
  • Termolesione (RF continua): raggiunge temperature maggiori per ablare selettivamente le fibre dolorifiche (es. branche mediali, articolazioni).
    La scelta dipende da sede, diagnosi e obiettivo (neuromodulazione vs denervazione mirata).

7. Quanto dura la seduta e come si svolge?

In media 20–45 minuti. In sterile, con guida fluoroscopica/ecografica, si posiziona un ago-elettrodo sul bersaglio nervoso e si erogano impulsi di RF; segue breve osservazione e dimissione in giornata.

8. Posso guidare dopo la procedura? E fare sport?

Meglio non guidare subito dopo; attendi almeno 24 ore o fino a quando il medico conferma. Attività leggere il giorno dopo; evita sforzi intensi per 48 ore.

9. Controindicazioni e dispositivi impiantabili (pacemaker/defibrillatore)?

Controindicazioni: infezioni locali, coagulopatie non controllate, gravidanza, alcune condizioni sistemiche. Per pacemaker/ICD è necessaria valutazione con cardiologo e adozione di precauzioni (programmazione dispositivo, messa a terra, distanza dal generatore). In molti casi è possibile procedere in sicurezza con protocollo dedicato.

10. Quali effetti collaterali posso aspettarmi nei primi giorni?

Lieve bruciore/indolenzimento, piccoli ematomi, talvolta una transitoria “fiammata” del dolore nelle 24–72 h iniziali. Eventi seri (infezione, deficit neurologici, reazioni) sono rari.

Consigli pratici
  1. Condividi anamnesi completa: farmaci (inclusi anticoagulanti/antiaggreganti), allergie, dispositivi impiantabili, comorbilità.
  2. Porta imaging recente (RM/TC): aiuta a definire target e tecnica (PRF vs termolesione).
  3. Pre-procedura: rispetta indicazioni su digiuno e sospensione/bridging di alcuni farmaci solo se prescritto.
  4. Rientro organizzato: prevedi un accompagnatore e una giornata di riposo; evita guida nelle prime 24 h.
  5. Prime 48 h: ghiaccio a cicli brevi se consigliato, niente sforzi o sport ad impatto; ripresa graduale.
  6. Riabilitazione di supporto: programma fisioterapia/esercizi di core per mantenere i benefici e ridurre recidive.
  7. Segnali d’allarme: febbre, dolore non controllabile, peggioramento neurologico o secrezioni → contatta il centro senza attendere

Consigli pratici
  1. Condividi anamnesi completa: farmaci (inclusi anticoagulanti/antiaggreganti), allergie, dispositivi impiantabili, comorbilità.
  2. Porta imaging recente (RM/TC): aiuta a definire target e tecnica (PRF vs termolesione).
  3. Pre-procedura: rispetta indicazioni su digiuno e sospensione/bridging di alcuni farmaci solo se prescritto.
  4. Rientro organizzato: prevedi un accompagnatore e una giornata di riposo; evita guida nelle prime 24 h.
  5. Prime 48 h: ghiaccio a cicli brevi se consigliato, niente sforzi o sport ad impatto; ripresa graduale.
  6. Riabilitazione di supporto: programma fisioterapia/esercizi di core per mantenere i benefici e ridurre recidive.
  7. Segnali d’allarme: febbre, dolore non controllabile, peggioramento neurologico o secrezioni → contatta il centro senza attendere

Radiofrequenza in 5 punti chiave

Cos’è → Procedura mininvasiva che utilizza onde elettromagnetiche per modulare la trasmissione del dolore.

Quando si usa → Dolore cronico lombare, cervicale, nevralgie, dolori articolari e post-chirurgici resistenti a terapie conservative.

Benefici → Riduzione significativa del dolore, recupero rapido, minore uso di farmaci e miglioramento della qualità di vita.

Rischi → Generalmente lievi e transitori: indolenzimento locale, piccoli ematomi; complicanze gravi sono rare.

Risultati → Sollievo nel 70–80% dei pazienti, con benefici che possono durare da 6 mesi a 2 anni.

Autore
Dr. Alessandro Giammarusti
Neurochirurgo e Terapista del dolore

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