Dolore pelvico: la radiofrequenza del ganglio impari

Donna dai capelli rossi disegna un progetto al computer con tavoletta grafica. Ambiente ufficio luminoso

Serena ha 48 anni e vive a Parma. Lavora in ufficio, ha due figli adolescenti e una vita scandita da impegni e abitudini. Tutto sembrava normale, fino a quando un dolore profondo e diffuso iniziò a farsi spazio nella parte più bassa del bacino.
All’inizio lo attribuiva a una postura sbagliata o alla stanchezza, ma con il passare dei mesi quel fastidio sordo e costante divenne una presenza quotidiana. Nessun farmaco dava sollievo, e gli esami risultavano sempre nella norma.
Il dolore pelvico cronico, localizzato tra il coccige e il perineo, le impediva di stare seduta a lungo e rendeva difficili anche i momenti di riposo. Dopo numerose visite, la diagnosi arrivò: nevralgia del ganglio impari, una condizione rara ma riconosciuta tra le cause di dolore pelvico persistente.

Un dolore difficile da localizzare

Serena aveva una vita apparentemente normale: un lavoro impiegatizio, due figli, giornate scandite da orari e abitudini. Tutto scorreva in modo prevedibile, fino a quando un dolore sordo e profondo cominciò a insinuarsi nella parte più intima e indefinita del suo corpo.
Un dolore che non si localizzava con precisione, ma che sembrava occupare il bacino come una presenza costante. Non era acuto, né improvviso, ma persistente, capace di modificare il modo di sedersi, camminare e persino dormire.
All’inizio pensò si trattasse di un disturbo muscolare o posturale, ma i mesi passarono e il dolore rimaneva. Nessun antinfiammatorio sembrava efficace.

La diagnosi: nevralgia del ganglio impari

Con il tempo, il dolore pelvico cronico divenne il centro silenzioso della sua vita.
I sintomi erano tipici di una nevralgia del plesso coccigeo o del ganglio impari, una condizione ancora poco conosciuta ma ben descritta nella letteratura medica.

Il ganglio impari (o ganglio di Walther) è una piccola struttura nervosa situata davanti all’articolazione sacro-coccigea: rappresenta il punto in cui i nervi simpatici provenienti da entrambi i lati del corpo si uniscono.
In condizioni normali regola la sensibilità viscerale, ma quando diventa iperattivo o infiammato può trasformarsi in una fonte autonoma di dolore cronico.

Nel caso di Serena, la diagnosi arrivò solo dopo mesi di indagini — risonanze negative, ecografie normali, visite ginecologiche rassicuranti. Solo una valutazione algologica specialistica permise di sospettare un dolore mediato dal sistema nervoso simpatico pelvico.

Dal blocco diagnostico alla radiofrequenza

Prima del trattamento definitivo, Serena fu sottoposta a un blocco diagnostico: un’iniezione di anestetico locale nella sede del ganglio impari.
Il dolore scomparve quasi del tutto nelle ore successive, confermando che quella era la fonte principale della sofferenza.

A quel punto venne proposta la radiofrequenza del ganglio impari, una procedura mininvasiva che mira a modulare il segnale anomalo del dolore attraverso impulsi elettrici controllati.

La procedura

Durante la procedura, Serena fu posizionata prono, con un lieve cuscino sotto il bacino per facilitare l’accesso.
Sotto guida fluoroscopica, il medico inserì un ago sottile calibrato per raggiungere la zona davanti all’articolazione sacro-coccigea.
Dopo la conferma radiologica e una breve stimolazione elettrica, venne applicata la radiofrequenza pulsata: un’emissione controllata di impulsi ad alta frequenza, alternati a fasi di riposo, in grado di modulare selettivamente l’attività delle fibre senza provocare lesioni termiche.

Il trattamento durò meno di venti minuti.
Nelle ore successive, Serena avvertì una sensazione di calore profondo nella zona perineale, seguita da una progressiva riduzione del dolore.

Perché funziona

Il principio della radiofrequenza pulsata risiede nella neuromodulazione:
quando le fibre del sistema nervoso simpatico vengono sottoposte a un campo elettrico pulsante controllato, modificano la loro attività e la trasmissione del segnale doloroso.

Non è un effetto placebo, ma una modulazione biofisica reale dell’attività neuronale.
Gli studi clinici dimostrano che la radiofrequenza del ganglio impari riduce in modo significativo l’intensità del dolore in condizioni come coccigodinia cronica, proctalgia o dolore post-chirurgico pelvico.

Un approccio integrato

La radiofrequenza non è una terapia isolata, ma parte di un approccio multidisciplinare.
Dopo la procedura, Serena intraprese fisioterapia pelvica e rieducazione posturale per ridurre la tensione muscolare residua.
Il monitoraggio periodico confermò la stabilità del risultato e un miglioramento globale della qualità di vita.

Risultati e prospettive

Nei mesi successivi, il dolore di Serena si ridusse stabilmente.
Non scomparve del tutto, ma perse la sua intensità e, soprattutto, la sua centralità nella vita quotidiana.
Riusciva a lavorare, viaggiare e dormire senza le interruzioni continue che per mesi avevano scandito le sue giornate.

Dal punto di vista medico, il suo caso è un esempio concreto di come la conoscenza dei circuiti del dolore e delle strutture del sistema nervoso autonomo possa tradursi in un intervento preciso, efficace e rispettoso della fisiologia.
La radiofrequenza del ganglio impari, pur essendo una tecnica poco diffusa, mostra tassi di successo fino all’80% nei pazienti selezionati correttamente.

Il caso di Serena dimostra come anche un dolore invisibile possa trovare risposta nella precisione anatomica e nella scienza silenziosa del sistema nervoso: quando la diagnosi è corretta, il corpo risponde con il suo linguaggio più naturale — il silenzio ritrovato.


Autore
Dr. Alessandro Giammarusti
Neurochirurgo e Terapista del dolore

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